Nicea tra politica imperiale e legislazione canonica ecclesiale
DOI:
https://doi.org/10.71628/apth.v10i2.126354Abstract
Al concilio di Nicea difficilmente si sarebbe giunti a un accordo senza l’intervento determinante dell’imperatore Costantino: egli, svolgendo i compiti di pontifex maximus (sia pure cristianizzati nel linguaggio), impone una unanimità che comprende il campo dottrinale, disciplinare e cultuale. In parallelo, i canoni niceni, reinterpretati a Serdica (343), diventano, almeno nelle intenzioni della chiesa di Roma, uno strumento per ottenere una unanimità costruita intorno al suo primato.
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